All'inizio c'era lei...Donna Cayetana, Duchessa d'Alba

Adoro Goya. E adoro soprattutto lei. Donna María del Pilar Teresa Cayetana de Silva y Alvarez del Toledo, meglio conosciuta come la Duchessa d'Alba. La modella prediletta di Goya. La sua musa. La sua amante. La fonte della sua passione e del suo dolore. Cayetana è uan seduttrice, aperta a tutte le esperienze, libera nel corpo e nella mente. Eppure vibra di una passione totale, che è evidente persino nel quadro, solo per Francisco. Il resto sono "balocchi e solazzi" nulla di più. Ed è qui l'ossimoro. Questa donna è una meravigliosa fonte di contraddiziuoni disciolte, intrecciate, fuse l'una nell'altra... esattamente come sono io. In me convivono luci e ombre, mescolate non tanto in una grigia penombra quando in un continuo lampeggiare di bagliori, scolorare di albe, addensarsi di nubi squarciate da oasi di sereno. Sono come Cayetana intessuta di contraddizioni. E seduttrice della vita prima di tutto.

giovedì 18 ottobre 2007

Di seta e cannella

Consistenza di seta.
Profumo di cannella.
Liscia.
Avvolgente. Calda nella tua fluida essenza.
E profumata. Si, profumata di vita e cucina.
Odorosa di frutti maturi e di vini preziosi.
Nuda.
Sporca di farina e risate.
Danzante su tacchi affilati come coltelli.
Armonica nei gesti. Dosa. Mescola. Frulla. Impasta.
La trama sottile della pelle accesa dal calore del forno
e, del mio sguardo.
Riflessi di rubino prezioso guizzanti tra i capelli.
Silenziosa nel tuo affacendarti armonico sulle note di Cohen. Non posso più ascoltarle. Ora. Non più.
Viva. Cangiante nell’umore mutevole degli sguardi.
Felice, forse. Questo non mi verrà più dato di saperlo. Lo so. Sorridente, in un baluginare di denti bianchissimi,
mentre mordi, con fame sincera, una mela.

Magica, nella sapiente arte delle tue mani,
che miscelano farina, zucchero e uova con antica sapienza di femmina.
Femmina già. Nessuna più di te. Nessuna come te. Dopo.
Canticchiante su note basse, le tue preferite, quei versi struggenti:
” And you want to travel with him, and you want to travel blind,
snd you think maybe you’ll trust him, For he’s touched your perfect body with his mind”.
Un po’ Susanne.
Anche tu.
Poetica puttana.
Madre e amica.
Ritmico guizzare della braccia nello scorrere ipnotico del mattarello sulla sfoglia.
Sottile velo ad accogliere mele caramellate e ricordi.
Dita intrise di zucchero. Leccavo.
Concentrato in quel gesto famigliare. Fanciullesco.
Piacere a scorrere come acqua sulla mia pelle.
Attenta nel disporre nel nido caldo della sfoglia in perfetta simmetria
quelle sottili fette di croccante mela zuccherosa.
E poi il profumo.
Ancora e Ancora.
Inebriante. Indimenticabile. Perfetto.
Il rompersi di bastoncini nel mortaio.
Il tuo pestare allegro. Quasi rumore di nacchere.
E l’aroma a spandersi.
Avvolto intorno al tuo corpo di seta dorata.
Fuso con la fragranza spezziata della tua pelle.
Spargevi quella polvere rosseggiante con generosa abbondanza.
Cromatico gioco della memoria.
Non so più ora se le tue labbra fossero dello stesso rosso.
Chinata.
Torri perfette le tue gambe,
coronate dal quel trofeo rotondo, morbido,
lievitato come sfoglia burrosa.
Un colpo del fianco e inizia il conto alla rovescia.
Allora mi guardavi.
Uno sguardo limpido, diretto ad avvolgere me.
Il tuo carnefice.

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